Motivazioni della Giuria:
1) “Al mio tormento” di Nicolaj Corrado
Nella memoria dell’esperienza erotica i sensi si raffinano, la forza della passione prende consistenza e diventa prospezione del vero, l’immaginazione si impregna di vita. Nella lirica l’amore, “dolce amata fiera” (Saffo), appare come l’unica magia che infonde alla vita un senso di pienezza e l’autore di fronte ad esso non disdegna di mostrare la nudità della sua anima, la sua fragilità di uomo.
2) “‘o sole e ‘a luna…’a vita” di Nino Cesarano
Uno spaccato di vita quotidiana colto magistralmente dall’autore nell’evolversi di una giornata. La musicalità del dialetto rende trascinante la lettura che culmina in uno stringato ma prepotente inno alla vita.
3) “E’ Sìdar” di Giuseppe Cantoni
Singolare la vibrazione delle immagini, tutte tese a rendere la forza ed il vigore di una giornata di bora: quasi personificato, il vento, padrone assoluto di piazze, archi e lampioni, penetra dovunque con l’energia di una divinità, mugola e graffia, insinuandosi negli anfratti più misteriosi dove “non entra mai anima viva”. Eppure questa forza travolgente e sconvolgente non ha nulla di diabolico: è una forza della natura che segue il suo corso. E lì, sulla piazza spopolata, l’autore sogna, difeso dal torrione che domina il tutto, sotto la bora pazza che spopola, sotto la luce argentea della luna. La lingua del dialetto, musicale come sempre, rende il tutto lieve e familiare.
4) “Come un vento” di Massimo Colella
Lirica misteriosa e di certo dominata da una sorta di negatività generale, un affresco rabdomantico attraverso cui si tenta di spargere i corpi dell’invisibile, dell’indicibile, di quanto è segreto e velato, ma non inesistente. Il paesaggio, qui, dominato dal vento gelido, è condizione emozionale e partecipazione attiva dell’anima.
5) “Rosalia” di Biagio Scognamiglio
Deliziosa nella morbida musicalità del vernacolo questa lirica che raffigura la piccola Lia, di cui il poeta dipinge le fattezze delicate: viso aggraziato, boccuccia rossa, occhi luminosi con ciglia lunghe. Sembra il ritratto ottocentesco di una simpatica bimba sorridente. Ma al di là dell’aspetto descrittivo, colpisce nei versi la serenità soddisfatta del padre, il suo meravigliarsi continuo di fronte a tale miracolo della Vita! Si fa leggere con vero piacere inducendo ad una velata allegria.
6) “Donna all’improvviso” di Italia De Maria
Poesia del dramma dell’infanzia violata, poesia dell’incubo che permane, a dispetto di tutto: il linguaggio, nella sua apparente semplicità, è aderente all’episodio di violenza subita e riferita sommessamente, quasi sottovoce, come può fare una bambina in cui permane la vergogna incolpevole per ciò che ha subito. Il registro lessicale accompagna ritmicamente il ricordo nell’alternarsi di parole di purezza (“odore di resina”, “candido il grembiule”, “linda l’anima” “grandi fiocchi sulle trecce”) e di parole di negatività (l’avverbio “mai” ripetuto per due volte ad inizio di verso e “quelle mani morsa” impietose). Anche questo purtroppo è infanzia!
7) “‘O senso d’a vita” di Nino Cesarano
Lirica struggente che offre una realistica quanto toccante trasposizione in versi di un dramma reale a tal punto da indurre alle lacrime. Il dolore e il senso d’impotenza mista a rabbia che la permeano sono, altresì, esaltati dall’uso sapiente del dialetto.
8) “O sole e a luna… a vita” Nino Cesarano
Vedi motivazione 2° assoluto
9) “Al mio tormento” Corrado Nicolaj
Vedi motivazione 1° assoluto
10) “Alba d’un nuovo giorno” di Marea Mammano
L’autrice indugia nella contrapposizione tra sogno di gioia e serenità che tutti ci affascina ed in cui a tutti piace cullarsi, e dura realtà che da esso ci strappa con brutalità, catapultandoci in una dimensione di orrore e di tristezza da cui si può sfuggire solo recuperando in noi stessi i valori di quell’infanzia “perduta”.
11) “Le mani” di Giuseppe Magaldi
Testo molto bello che, se pur costretto in una cantilena forse fin troppo scontata, ha tuttavia una concatenazione di metafore ben orchestrate. Esprime i sogni così come il disfacimento che nascono nelle profondità della malinconia moderna. I pensieri indefiniti, i desideri senza limiti anche quelli che generano scarsa etica e morale, le ansie senza causa, le disperazioni inconsolabili, i turbamenti più oscuri ed insondabili. Che dire? Un testo semplice che porta a galla gli aspetti più difficili e complicati della vita. Dunque un testo ottimo. Di grande spiritualità. Un testo che ha come voluto raccogliere tutte le idealità sparse intorno a noi e le ha reinterpretate, traducendo il nostro bisogno ineludibile del metafisico.
Inoltre le seguenti poesie, meritevoli di menzioni speciali, sono state premiate con una targa.
1) “L’Illusione” di Piero Baroni
Con questa lirica l’autore dimostra di avere colto appieno la contrapposizione tra il sogno, che tutti ci affascina ed in cui a tutti piace cullarsi, e la dura realtà con cui, quotidianamente, siamo costretti a confrontarci, senza perdere di vista quello che è l’ineluttabile destino dell’essere umano.
2) “Vita” di Sabina Nuzzo
Humus di base, l’amore per la Vita, accettata e vissuta in tutti i suoi aspetti, quelli di “fiele”, quelli di “miele”. Snella e agile, la lirica si sviluppa nella successione di versi rapidi, versicoli e spazi bianchi che mettono in luce la résilience (capacità di trasformare le negatività della vita in comportamenti ed atteggiamenti positivi) dell’autore, una capacità per così dire caparbica che consente di partecipare alla vita totalmente, nel dolore e nella gioia, assaporandola “goccia a goccia”.
3) “Vagando sulle piume” di Nicolaj Corrado
Indubbiamente testo simbolista anche questo come il precedente da me apprezzato. Il poeta interiorizza moto bene la difficoltà del vivere finché questa forza non trasuda e chiede necessità di essere scritta. Urlata al mondo. Urlata, si. Perché anche se apparentemente un dialogo intimista, il testo è in realtà una rivoluzione. Il linguaggio universale della poesia che nasce dentro di noi, qui diventa arma di vita. Del voler vivere. Anche se il viaggio risulta difficile. Il bene creativo per eccellenza, prima di esprimersi ha bisogno di nutrirsi. E in questo testo bellissimo le energie per realizzarsi si mettono in moto. Ciò che scandisce il ritmo sono i termini forti come torrenti, acqua, fuoco. Ancora, navate… schema. Testo totalmente wagneriano nella sua cavalcata solitaria ma non per questo meno potente nell’esistenza.
4) “La farfalla” di Paolo Lacava
La contrapposizione tra l’evolvere della vita di una farfalla e quella dell’essere umano viene brillantemente ed efficacemente colta dall’autore che, avvalendosi dell’uso del dialetto, dà vita ad una lirica trascinante, ricca di immagini calzanti e, al tempo stesso, toccanti.
5) “Giochi di niente” di Anita Peloso Vallarsa
Lo scorrere delle immagini e delle parole accompagna il ricordo dell’infanzia felice, nutrita di fantasia e allegria. Fa da contrappunto l’aridità dell’infanzia di oggi, alimentata da escrescenze tecnologiche talora mostruose. Il leitmotiv è rappresentato dalle due strofe ripetute: “Erano giochi, giochi di niente / ma quanti voli, quanti voli” La libertà della fantasia e dell’inventiva può dare la felicità!
6) “E adesso arriva” Franca di Pietro Aquila
Quasi felliniana questa bella poesia scritta sull’onda del ricordo ma ambientata nel presente. Un duplice percorso espositivo provvede ad infondere nel lettore l’alchimia di un incontro del passato, appartenente ad un’età lontana, che torna poi, però, nel desiderio allegro di rivedersi. L’allegria, la mancanza di fretta, la natura. Tutto dipinge un’atmosfera serena in cui l’infanzia si riaffaccia non in concorrenza con l’età presente ma percepita come occasione di nuovo svago e fortuna. Molto forte, e che dà carattere al testo, è il tema dell’improvviso, dell’inaspettato. Il lettore, immedesimandosi nel poeta, attende il periodo blu. Il momento in cui tutto può nuovamente accadere. Blu come grandezza, blu come immensità. In questo arco spazio temporale passato e presente si fondono a generare una nuova attesa e un nuovo vivere.
L’Associazione Giochi di Natale ringrazia gli autori, la Giuria, il Club degli Autori, i visitatori, fa presente che si possono seguire le attività sul profilo Giochi di Natale su Facebook o sul sito e vi dà appuntamento all’anno prossimo ove la dedica potrebbe essere “ La Musica”
Con l’augurio di vedervi sempre affascinati dalla musa Calliope vi saluto cordialmente.
Luigi Castaldi